Il Canone Rai è pronto cambiare nuovamente prezzo? Secondo diverse fonti questo potrebbe accadere già con l’inizio del 2025 anche se per ora lo stato italiano attraverso il governo in carica non si è ancora “sbottonato” e non ha sviluppato una vera e propria notizia o provvedimento ufficiale. La questione del Canone Rai sembra non così importante ma non va sottovalutata la poca forma di gradimento che gli italiani hanno nei suoi riguardi.
Il prezzo è solo una delle problematiche concettuali che accompagnano questa imposta sul possesso, chiamata per l’appunto Canone, che è stata sempre mal vista dalla maggior parte della popolazione. Ma quanto costerà in futuro il Canone Rai? Continuerà ad essere obbligatorio come di fatto è sempre stato? Proviamo ad analizzarlo insiemem mettendo assieme gli indizi.
Imposta sulla televisione
La necessità di sviluppare una tassa legata al possesso di un apparecchio televisivo è subentrata praticamente dalla prima diffusione della TV, addirittura dagli anni 50, ma a ben guardare qualcosa di simile in Italia esisteva già per le radio, ed è stato semplicemente adottato per tutti gli apparecchi che oltre a sviluppare suoni e voci, fanno lo stesso con le immagini.
Il senso del Canone Rai, chiamata naturalmente a livello ufficiale tassa televisiva è molto chiaro ossia permettere allo stato di finanziare buona parte del servizio pubblico con un importo fisso annuo per la quasi totalità della popolazione italiana (anche se esistono delle esenzioni legate a condizioni specifiche) che però non ha mai accettato di buon grado di pagare con regolarità.
Quanto pagheremo?
Questo è stato evidente fino al 2016, quando il Canone Rai è stato legato alla fornitura della corrente elettrica, proprio per evitare la massiccia forma di “evasione” di pagamento che in Italia ha raggiunto addirittura il 96 % di persone che non pagavano costantemente l’imposta: legandola alla bolletta della luce infatti il pagamento è più “automatizzato”. Ma quanto si paga oggi?
- Fino al 2022 il pagamento è stato considerato pari a 90 euro annui, in 10 rate da 9 euro l’una per ogni mese sulla fattura, da gennaio a ottobre
- Successivamente l’importo è stato ridotto da 70 a 90 euro con un provvedimento momentaneo del governo Meloni
Momentaneo per l’appunto in quanto non è stata presa una decisione di una tassa che anche in fase elettorale da sempre viene considerata come ingiusta e spiccatamente avversa alla popolazione ma che di fatto non è stata mai messa da parte, anzi da come si è visto lo stato da diversi anni ha adottato una politica che permette almeno in parte di aumentarne le entrate.
Ma quanto pagheremo? Nel 2025 senza ulteriori provvedimenti l’importo tornerà ad essere pari a 90 euro, anche se il “taglio” a 70 euro potrebbe subire una proroga anche per un ulteriore anno. E’ impossibile però sperare in uno “sconto” maggiore, così come è decisamente improbabile un nuovo profondo cambiamento o ancora una eliminazione di questa imposta in Italia.